Ricorrere a un prestito per saldare l’affitto con riscatto

Affitto con riscatto: valida alternativa per chi non ottiene un mutuo, ma riesce ad accedere a un prestito più modesto

Ricorrere a un prestito per saldare l’affitto con riscatto

Mentre Bankitalia fa sapere che le erogazioni di prestiti hanno subito l'ennesimo calo nel mese di aprile e che le banche continuano ad essere restie nel concedere mutui, gli italiani tentano di individuare altre soluzioni per l'acquisto di immobile. Oltre a mettere i prestiti sul mercato a confronto, i cittadini si informano sempre più spesso sulle diverse tipologie di finanziamento, dai prestiti cambializzati a quelli personali, fino ad arrivare al prestito per affitto con riscatto.

Al giorno d'oggi il problema è riuscire ad ottenere un mutuo, sempre più spesso infatti le banche negano le richieste. Ecco quindi che frequentemente si decide di informarsi su Findomestic e le sue opzioni, o su Agos e Fiditalia nel tentativo di individuare la modalità più conveniente per ottenere liquidità, la maggior parte delle volte finalizzata all'investimento per un immobile. Con l'affitto con riscatto anche gli aspiranti acquirenti che si sono visti negare la concessione di un mutuo, potranno procedere all'acquisto dell'abitazione.

L'affitto con riscatto: in cosa consiste?

Invece di acquistare l'immobile definitivamente, l'acquirente e il venditore redigono un contratto nel quale i pagamenti mensili di locazione, in base al valore della casa e ai tassi di interesse in corso, contano per un'eventuale futura vendita. Tutti i canoni di locazione vengono pagati in anticipo dall'acquirente e, se questo decide di esercitare l'opzione di pre-pagamento, solitamente il tasso di interesse applicato è quello minimo.

In sostanza vengono stipulati due accordi: un contratto di locazione e un contratto di opzione in cui si stabilisce che l'inquilino, al termine del periodo stabilito, avrà la possibilità di acquistare l'immobile a un prezzo già fissato. Il prezzo pattuito per il futuro acquisto è pari alla differenza tra il prezzo di listino già concordato e la somma dei pagamenti già effettuati. Qui entra in gioco il prestito, spesso richiesto per riscattare la casa.

Il prestito per il riscatto dell'abitazione

Le offerte bancarie a supporto di queste transazioni sono ancora piuttosto ridotte. L'operazione permette all'inquilino di avere una duplice possibilità: se i valori della proprietà cadono a picco, il locatario può rimanere affittuario fino alla fine del contratto; se i valori invece aumentano, i canoni di locazione contano per l'acquisto della casa all'interno del concordato periodo di tempo, con il residuo riscatto che potrà essere estinto grazie a un prestito bancario.

I vantaggi

Può rivelarsi un'opzione vantaggiosa per chi non dispone di liquidità per l'acquisto immediato dell'immobile oppure per chi si vede negata la richiesta di somme elevate, e deve ricorrere quindi a un prestito più modesti. I vantaggi per gli affittuari, nonché futuri compratori, sono anche fiscali: l'imu continua a pagarla il proprietario.

Anche per il proprietario dell'immobile questa scelta può rivelarsi vantaggiosa: la casa genererà entrate in modo continuativo, con un canone mensile più alto rispetto a un contratto tradizionale, visto che il canone dell'acquisto con riscatto equivale a 1,5 volte l'affitto di mercato pagato per immobili simili.

Se alla scadenza del contratto (solitamente tra i 2 e i 5 anni) l'inquilino non vuole esercitare l'opzione di acquisto, può proseguire a pagare il canone fissato nel contratto di locazione oppure, con un preavviso di 6 mesi, dare disdetta e liberare l'immobile.