Crisi: uscire dal sovraindebitamento si può

Il DL 18 ottobre 2012 aiuta tutti coloro che sono sovraindebitati a superare la crisi diminuendo gli importi dovuti

Crisi: uscire dal sovraindebitamento si può

La crisi economica, o meglio, la grande recessione che ha invaso l’Italia e tutto il mondo facendo piazza pulita di risparmi e sicurezze rende le famiglie meno stabili economicamente. Capita sempre più spesso, quindi, di non potersi permettere anche il saldo di una bolletta e di affrontare le spese ordinarie. Per essere puntuali nei pagamenti e non incorrere in more che aumentano poi gli importi da pagare, è consigliabile rivolgersi a banche e istituti di credito: mettendo i prestiti presenti sul mercato a confronto, si troverà il prodotto più adatto alle proprie esigenze.

Se poi si decide di informarsi su Fiditalia e sui suoi prodotti, su Findomestic, Agos Ducato e sugli altri operatori finanziari, si potrà fare una scelta più ponderata. Ma ci sono dei casi in cui chiedere un prestito purtroppo non è più una possibilità da vagliare, perché si ha raggiunto una soglia di crisi economica tale da essere indebitati con più di un istituto e di non essere in grado di sostenere le rate.

Il decreto legge

Se il peso dell’insolvenza nei confronti degli istituti di credito è diventato insostenibile ed è uno dei tasselli che più incidono di più sulla personale crisi, ci si può rivolgere al decreto legge sulla Composizione della Crisi da Sovraindebitamento, che viene aiuto proprio di coloro che hanno raggiunto un livello tale di crisi da non essere più in grado di adempiere ai propri doveri nei confronti delle banche.

Piano di esdebitamento

La legge permette, per mezzo di un piano di esdebitamento che va presentato al Tribunale del proprio comune di residenza, di rendere nota ai creditori la propria situazione di disagio. Questo però non significa venire meno agli impegni che erano stati presi in precedenza. Esdebitazione significa liberazione del soggetto di un fallimento dai debiti residui contratti verso dei creditori.

In cosa consiste

Il DL, infatti, può essere visto come un piano di ristrutturazione del debito. Ecco in cosa consiste. Un Giudice assegnatario analizza la situazione e la presenta ai creditori, che dovranno poi decidere se approvare il piano di esdebitazione o meno. I creditori che operano la scelta sono quelli che rappresentano il 60% del debito complessivo.

In seguito all’approvazione, un professionista presentato dal Giudice predisporrà il piano, che verrà reso noto in sede di udienza alla quale presenzieranno i creditori stessi, con l’obiettivo di dare loro la possibilità di presentare delle osservazioni in merito.

Se non si raggiunge la maggioranza del 60%, il piano non viene approvato e quindi il debitore non potrà essere sollevato dai suoi impegni. In caso positivo, invece, la crisi diventerà solo un ricordo e, nel momento in cui dovessero migliorare (o comunque cambiare) le condizioni economiche del debitore, l’accordo potrà essere modificato.