Prestiti on line: come tutelarsi dalle truffe

Con il sempre più massiccio credit crunch applicato dalle banche la soluzione è Internet, ma attenzione alle truffe.

Prestiti on line: come tutelarsi dalle truffe

In un momento nel quale banche ed istituti di credito erogano finanziamenti col contagocce, affidarsi agli annunci di prestiti on line sta diventando più di una consuetudine; in migliaia ogni giorno sondano il web alla ricerca dell'offerta più vantaggiosa, con la possibilità di ricevere il credito richiesto immediatamente (in genere sono sufficienti dalle 24 alle 48 ore) in combinato al non dover fornire motivazioni sulla cifra richiesta a costituire richiami troppi forti da ignorare.

Chi decide di affidarsi (e fidarsi) ad Internet si muove in completa libertà, con gli offerenti a mettere a disposizione tutta una serie di vantaggiose condizioni (salto rata, variazione dell'importo della stessa e modificazione della durata del finanziamento senza necessità di corrispondere penali).

Il problema è che dietro questo tipo di annunci si nascondono tutta una serie di insidie, con la possibilità di essere truffati a costituire spesso più di una remota eventualità; al di là delle sempre più presenti truffe perpetrate sui social network, la reale difficoltà per il richiedente sta nel verificare l'effettivo tasso di interesse applicato al finanziamento, con TAN (Tasso annuo nominale) e TAEG (Tasso annuo effettivo globale) citati ma presentati in modo diverso.

A fronte di un TAN sempre collocato in bella vista e a caratteri evidenti, il TAEG è infatti spesso menzionato infondo alla pagina e riportato in dimensioni ridotte, con ciò "ingannando" l'utente, considerato che è proprio il TAEG a determinare in modo decisivo l'effettivo costo del finanziamento (di fatto racchiude contemporaneamente il TAN, e dunque la percentuale di interesse che grava sul prestito, e le spese di emissione pratica e produzione documentazione).

Il consiglio è dunque quello di vagliare attentamente ogni elemento riportato nell'offerta prima di apporre la propria firma, avendo nello specifico cura di diffidare di tassi di resa eccessivamente vantaggiosi e dunque (molto probabilmente) fuori mercato.