Prestiti agosto 2013: Bankitalia rileva un calo del 3,5%

Prestiti, un momento sfavorevole per richiederli a causa della crisi del credito.

Prestiti agosto 2013: Bankitalia rileva un calo del 3,5%

Prestiti agosto 2013, continua il preoccupante trend negativo secondo i dati resi pubblici da Bankitalia. Continuano cioè a diminuire i prestiti bancari rivolti al cosiddetto settore privato, in quanto nel mese di agosto 2013 si è registrato un ribasso del 3,5% dopo il 3,3% relativo al mese di luglio.

I prestiti alle famiglie sono scesi dell'1,2% sui 12 mesi (- 1,1% a luglio). Quelli erogati alle società non finanziarie sono diminuiti del 4,6% (- 4,1% a luglio). Un quadro davvero preoccupante, anche considerato il recente aumento di un punto percentuale dell'Iva (dal 21 al 22%) che ci complicherà ulteriormente la vita in modo automatico, andando a penalizzare un'eventuale (vogliamo dire improbabile?) ripresa.

Ma non è tutto. Le tasse sono ormai un vero e proprio tormento per famiglie ed imprese ed è proprio l'altissima pressione fiscale a rendere ancora più difficoltoso il rimborso di prestiti e finanziamenti vari che rappresentano ormai un'inevitabile palla al piede per i cittadini, non poco disorientati davanti agli incomprensibili minuetti di politici e sedicenti tali che hanno riempito le pagine dei giornali in questi tribolati giorni di ottobre 2013 finendo con un inquietante: tutto cambia per restare come prima, Berlusconi più, Berlusconi meno.

Secondo i dati relativi al 2° trimestre diffusi dall'Istat la pressione fiscale continua a volare. E' arrivata a toccare il 43,8%, con l'1,3% rispetto al 2012 e il 4,7% rispetto al passato trimestre. Nei primi due trimestri il dato cumulato è al 41,5% (40,6% nel 2012). Peggio di così non si può fare: i numeri sono chiarissimi e anche il governo Letta non potrà continuare a tenere la testa sotto la sabbia ancora per molto, di fronte all'evidenza di una crisi del Sistema Italia che appare strutturale, ma anche difficilmente gestibile. Servono idee nuove ma anche cervelli in grado di produrle, che al momento non si intravedono all'orizzonte politico-economico.