Rate prestiti, ristrutturazione del debito se si fatica a pagarle

Prestiti e finanziamenti: se non si riesce più a pagare la rate si può chiedere la ristrutturazione del debito.

Rate prestiti, ristrutturazione del debito se si fatica a pagarle

Se il mercato dei mutui è completamente bloccato, la situazione è diversa per quanto riguarda i prestiti che a gennaio hanno fatto registrare un aumento. Ma anche in questo caso, a fronte di una richiesta pari al 10,4% del totale della domanda, i finanziamenti di questa tipologia concessi sono risultati il 4% di quelli complessivamente erogati.

Diminuisce anche l'importo medio dei prestiti personali assegnati: dai 15.579 euro del secondo semestre 2008 ai 10.831 di fine 2012. Questo dato fa riflettere forse perché mette in evidenza la paura che molti italiani hanno di non riuscire poi a pagare le rate del finanziamento.

Coloro che non fossero in grado di rimborsare rate di prestiti o mutui o altro, e non riuscissero più a rispettare le scadenze giuste, possono richiedere al giudice la ristrutturazione del debito. Infatti è stata introdotta dal decreto Crescita 2 del gennaio 2012 una specifica procedura per il consumatore, vale a dire ogni persona fisica indebitata per motivi diversi dalla propria attività lavorativa.

Grazie a questa novità e con l'assistenza di organismi appositamente istituiti che, però, non sono ancora attivi perché mancano i provvedimenti attuativi, il consumatore può usufruire di un piano di ristrutturazione del debito da sottoporre al parere del giudice.

Sarà poi il giudice chiamato in causa a valutare se questo piano sia fattibile in base anche alle garanzie offerte e ad approvare la richiesta senza dover chiedere il parere dei creditori. Sulla decisione del giudice peserà la fattibilità del piano e delle garanzie offerte che possono essere beni liquidabili o garanzie personali di terze persone affidabili ma anche la buona condotta dello stesso debitore.

Seguire un comportamento corretto inoltre, potrà essere premiato anche con l'esdebitazione, che è l'altra novità introdotta dal legislatore.Ciò vuol dire che una volta liquidati i beni e valutata positivamente la condotta del richiedente il giudice può concedere, nell'arco di quattro anni anche l'azzeramento dei debiti residui.