Richiesta prestiti, troppi "no" al piccolo credito e alle imprese italiane

Da una recente indagine di Unindustria emerge che gli istituti di credito rifiutano troppo spesso le richieste di nuovi finanziamenti e l'accesso al credito.

Richiesta prestiti, troppi "no" al piccolo credito e alle imprese italiane

Credito e imprese si trovano sempre più spesso agli antipodi, soprattutto perché sono proprio le banche a negare i finanziamenti necessari per il sostegno dello sviluppo economico. Infatti, il boom di prestiti rifiutati alle Pmi ha raggiunto livelli record negli ultimi sei mesi. Un sondaggio di Unindustria Bologna, ha voluto far chiarezza sulla qualità delle relazioni banche-imprese distribuite sul territorio bolognese, analizzando un campione di 158 aziende di tutti i settori produttivi, richiedenti prestiti.

La ricerca si è focalizzata soprattutto sull'analisi delle imprese di piccole dimensioni, che rappresentavano circa il 56% del campione, ovvero, le aziende che non superano i 5 milioni di euro di fatturato; il restante 44% ne è, invece, al di sopra. L'analisi ha valutato sia il rapporto qualitativo con le banche (che ha totalizzato un punteggio medio di 3,1 su 5), sia la qualità del rapporto banche-imprese (al quale è stato assegnato un punteggio di 3,2). Questi risultati sono la somma delle valutazioni circa la capacità delle banche di comprendere il business specifico, la preparazione tecnica, ma anche la correttezza e l'affidabilità dimostrata.

Negli ultimi sei mesi, il 26% delle aziende campione ha richiesto nuovo credito alle banche e il 6,8% si è visto rifiutare il finanziamento. È evidente che la situazione sta peggiorando, infatti, lo stesso dato nel 2010 era pari al 4,6%. Il dato peggiora se nel campione consideriamo solo le piccole medie imprese: qui il totale dei rifiuti alle richieste di nuovi finanziamenti negli ultimi sei mesi, raggiunge il 35%.

Daniele Salati Chiodini, vicepresidente di Unindustria Bologna con delega al credito e alle politiche fiscali, commenta così il panorama che si è delineato: "Il voto delle aziende che abbiamo intervistato sul rapporto banca-impresa supera appena la sufficienza, con quello che ciò implica in termini di potenziali margini di miglioramento. Fra le singole banche non si notano casi eclatanti in positivo, mentre forse un paio di giudizi insufficienti sono abbastanza ricorrenti.

In generale, però, prevale una certa uniformità di giudizio: si va dall'insufficienza modesta alla sufficienza piena, e gli spunti oltre questi limiti sono rari. Peggiora però - aggiunge Salati Chiodini - la percezione delle aziende sull'affidabilità del rapporto bancario, e ci dicono anche le motivazioni. Negli ultimi sei mesi le richieste di rientro dalle esposizioni pregresse hanno riguardato quasi 1 azienda su 10, e un ulteriore 7% delle aziende intervistate si è visto negare finanziamenti richiesti. C'è di più: tra le piccole imprese sotto i 5 milioni di euro di fatturato, la percentuale di quelle che nell'ultimo semestre si sono viste rifiutare in tutto o in parte i finanziamenti richiesti sale al 35%. Questo è il segnale più eclatante del deterioramento del contesto economico".