Prestiti, Garante della Privacy: cambia modalità conservazione dati

I dati di coloro che hanno pagato in ritardo le rate di un prestito o di un mutuo non possono essere conservati per più di un anno.

Prestiti, Garante della Privacy: cambia modalità conservazione dati

Chi richiede un prestito, come è ovvio, non ha una grossa disponibilità di liquidità. Una buona notizia per i consumatori, però è arrivata: i dati di chi ha pagato in ritardo due rate di un prestito o di un mutuo non possono essere conservati nei Sistemi di informazioni creditizie (Sic) per più di un anno.

La motivazione di questo provvedimento sta nel fatto che , come da imposizione del Garante della Privacy, le vecchie centrali di rischio vanno puntualmente aggiornate e devono contenere informazioni esatte e precise. La disposizione deriva dalle proteste di un cittadino che non considerava giusto che si conservassero alcuni propri dati anche dopo il lasso di tempo previsto dal codice deontologico.

Il problema stava nel fatto che la segnalazione continuava ad essere presente nel data base della società e gli istituti finanziari potevano così verificare l'affidabilità e la solvibilità del consumatore per valutare se concedere un prestito.

Ma come ha fatto il cittadino a far cancellare la segnalazione di insolvenza dal Sic? Ebbene si è dovuto addirittura avviare un'istruttoria ed è dovuto intervenire il Garante per assicurarsi che la ragione fosse data al consumatore.