Social lending, un'alternativa ai prestiti bancari

Prestiti tra privati in crescita: il social lending rappresenta ormai un'alternativa ai prestiti bancari.

Social lending, un'alternativa ai prestiti bancari

Nel momento in cui la richiesta di prestiti da parte di privati è in forte calo e le famiglie italiane sono sempre meno in grado di affrontare nuove spese a causa del peso della pressione fiscale non accompagnato da un aumento degli stipendi, il social lending appare una realtà in crescita.

Chi ha bisogno di prestiti, cioè di liquidità immediata, si rivolge normalmente a una banca o a un istituto di credito autorizzato. Da qualche anno, però, questa non è più l'unica opportunità per i consumatori: il social lending (o prestito peer to peer), cioè il prestito tra privati, costituisce una nuova alternativa per ottenere dei finanziamenti.

Banche e istituti di credito erogano prestiti ai richiedenti che si impegnano a rimborsare la somma concessa secondo un piano di ammortamento rateale, che è soggetto ad interessi. Il vantaggio del social lending consiste nel fatto di poter usufruire di tassi spesso più convenienti rispetto a quelli delle banche: il prestito da privato a privato permette infatti di azzerare tutte le spese di intermediazione e, di conseguenza, può risultare competitivo rispetto ai metodi tradizionali di conseguire un prestito. Nel social lending creditore e richiedente sono posti in comunicazione diretta e i vantaggi riguardano entrambe le parti: il primo può avere dei buoni guadagni grazie agli interessi sulle somme concesse, mentre il secondo gode di tassi convenienti.

Il prestiti tra persone vengono erogati attraverso società che operano su internet: la rete, infatti, aumenta le possibilità di incontro tra domanda e offerta. Questo ha garantito al social lending una diffusione veloce e ampia. In Italia il social lending vede coinvolte alcune società, tra cui Prestiamoci (attiva dal 2010) e le società straniere Boober e Zopa. E' di qualche giorno fa la notizia dell'amministratore delegato di Zopa, Maurizio Sella, che sul blog ufficiale della società annuncia la fine della ricapitalizzazione della società e, dopo lunghi mesi di attesa, la previsione di riprendere l'attività di social lending con un "programma accelerato" e "novità inaspettate". Zopa, nata con l'obiettivo di diffondere il social lendig in Italia, ha ottenuto a marzo l'autorizzazione da parte della Banca d'Italia di operare come Istituto di pagamento autorizzato.

Così il mondo dei prestiti si apre a nuove possibilità rispetto al credito bancario: il prestito peer to peer rappresenta una buona alternativa per chi non vuole coinvolgere le banche. Tuttavia è bene tener presente che il social lending non può far fronte a prestiti di portata elevata e non funziona come il credito al consumo, che prevede l'erogazione di finanziamenti volti all'acquisto di beni o servizi specifici, spesso direttamente nel punto vendita. In questi casi è necessario ancora riferirsi a banche o istituti di credito tradizionali. Per un confronto tra i prestiti più vantaggiosi, il servizio di confronto prestiti di SuperMoney è un valido strumento per valutare i prestiti più convenienti e adatti alle proprie esigenze.