La domanda di prestiti continua a crescere: a novembre +7,6%

Trend in continuità con i dati di ottobre. Dopo 19 mesi in negativo, la domanda di prestiti sale e il settore respira

La domanda di prestiti continua a crescere: a novembre +7,6%

Il settore crediti torna a respirare, e adesso è qualcosa di più di un semplice segnale. I cittadini ricominciano a presentare domanda di prestiti, dimostrano nuovamente, anche se timidamente, una certa fiducia verso l'economia e bussano alla porta degli istituti. Negli ultimi due mesi, i consumatori hanno scelto di informarsi sui finaziamenti esistenti e di avanzare richieste in maniera più consistente, provando a dare nuova energia a un settore in difficoltà da quasi un biennio.

Agevolati anche dai mezzi del web, dove è diventato facilissimo porre i tassi Findomestic a confronto con quelli di Agos, IBL e tutti gli altri, i consumatori danno una nuova spinta al mercato dei crediti: a novembre, la domanda di prestiti ha segnato un aumento del 7,6% rispetto a un anno fa. Dati in fotocopia a quelli del mese scorso, quando l'aumento delle richieste si attestava sulle stesse identiche cifre.

Le statistiche di Crif sono decisamente incoraggianti e lasciano ben sperare in una riprea che possa diventare continuativa e a cui si spera di dare ulteriore seguito anche nei prossimi mesi, voltando definitavamente pagina. È la fine di un'annata nefasta, che per ben 19 mesi consecutivi ha registrato un'involuzione preoccupante e richieste in negativo.

In particolare, la tipologia di finanziamenti in maggior crescita è quella dei mutui al di sotto dei 100 mila euro e di durata tra i 25 e i 30 anni. Si registrano ulteriori diminuzioni, invece, riguardo all'importo medio erogato, calato del 2,4% rispetto a novembre 2013, ma in crescita rispetto a ottobre scorso (124.245 euro contro i 124.174 di ottobre).

Un bimestre non è sufficiente a far parlare di vero e proprio trend. Se non altro, però, porre fine a una recessione che perdurava da quasi due anni è già una risposta importante alla regressione economica che il settore prestiti ha dovuto subire. I prossimi mesi saranno decisivi per comprendere se si tratta davvero di un nuovo corso o, viceversa, se è stato solo il canto del cigno.