I prestiti non pagati sono la principale causa di sofferenza per le banche

Secondo una recente indagine sono in aumento i prestiti e i finanziamenti non pagati da famiglie e imprese italiane

I prestiti non pagati sono la principale causa di sofferenza per le banche

Banche in sofferenza a causa dei prestiti non rimborsati. Secondo i dati diffusi del rapporto realizzato dal Centro Studi di Unimpresa, le famiglie e le imprese italiane non riescono e restituire i capitali richiesti. Un ritardo che ha progressivamente portato alla maturazione di crediti superiori ai 500.000 euro. Sebbene molti clienti, prima di avanzare una richiesta cerchino di confrontare i prestiti offerti dai vari istituti di credito, così da trovare l'offerta più vantaggiosa in base alle proprie esigenze, non è raro che poi si manifestino degli imprevisti che rendano difficile rispettare le scadenze concordate.

Nel dettaglio 13,7 miliardi di sofferenze (8,45%) si riferiscono a finanziamenti da 500.000 euro a 1 milione, mentre 52,2 miliardi (32,22%) sarebbero invece le sofferenze legate a finanziamenti di importo minore che vanno da 250 euro a 500.000 euro. Lo studio mette anche il luce la consolidata tendenza diffusa tra le famiglia e le imprese, ad effettuare in fase preliminare alla richiesta vera e propria un'attenta fase valutazione delle alternative presenti sul mercato, una sorta di indagine che porta ad informarsi su Findomestic e le sue proposte, Fiditalia e tutte le altre soluzioni dei vari istituti di credito.

Andando al di là delle cifre che possono dare senza dubbio un senso all'entità del fenomeno, pare che le cause di questo stato di sofferenza sono da rintracciare nelle scelte fatte dalle banche negli anni precedenti. Molti esperti del settore ritengono infatti che le sofferenze odierne siano l'inevitabile conseguenza di politiche interne sballate, adottate per troppi anni dalle banche. L'aspetto più allarmante di tutta la faccenda è che la questione non pesa solo sui bilanci del settore bancario, ma anche sulle stesse famiglie e imprese italiane, che vedranno sempre più spesso rifiutare le loro richieste di prestiti. L'unica possibilità di risoluzione potrebbe arrivare con un intervento pubblico, altrimenti non sarà possibile rimettere in moto il motore del credito, pilastro fondamentale per far ripartire l'economia e sperare di portare l'Italia sul sentiero di crescita.