Centrali rischi, ecco cosa sapere prima di richiedere un prestito personale

Le centrali rischi: ecco cosa sono, come funzionano e soprattutto quali informazioni possono fornire alle banche.

Centrali rischi, ecco cosa sapere prima di richiedere un prestito personale

Per ottenere un finanziamento non basta scoprire quali sono i prestiti più convenienti che offrono i vari istituti di credito. È necessario infatti anche fornire garanzie alle banca, che dovrà essere certa che ripagheremo il nostro debito: dovremmo quindi fornire la prova della nostra stabilità economica e la nostra affidabilità creditizia.

Queste garanzie sono valutate con maggior attenzione dalla banca se si vuole richiedere un prestito personale: questa tipologia di finanziamento, infatti, non è finalizzata all'acquisto di un bene particolare, ma solo ad ottenere liquidità, e in caso di morosità del cliente la banca non potrebbe rifarsi su alcun bene.

Per capire se concedere o meno un prestito, le banche si informano sull'affidabilità creditizia dei loro clienti chiedendo informazioni alle cosiddette Centrali Rischi. Le Centrali Rischi sono dei database che possono essere pubblici, nel caso siano gestiti dalla Banca d'Italia, oppure privati.

Le Centrali Rischi si basano su un rapporto di reciproca collaborazione con le banche: queste ultime forniscono informazioni sui propri clienti, mentre le prime forniscono agli istituti di credito informazioni sulla situazione creditizia di chi chiede un prestito.

Le informazioni fornite dalle Centrali Rischi riguardano quindi i finanziamenti ottenuti da un cliente, quelli rifiutati e quelli in corso, ma soprattutto il comportamento del cliente in merito al pagamento delle rate. Se il proprio nominativo è inserito nella lista dei "cattivi pagatori" è più difficile che la banca accetti la richiesta di prestito. In questa lista sono raccolti i nominativo dei debitori che hanno pagato in ritardo le rate di un prestito e soprattutto di quelli che non hanno pagato le rate dopo la segnalazione della banca.

Queste banche dati operano secondo un codice deontologico entrato in vigore nel 2005: secondo tale codice, per i finanziamenti superiori a 75mila euro le banche si dovranno rivolgere alla Centrale Rischi pubblica. Per i finanziamenti compresi tra i 30mila e i 75mila euro, invece, le banche si dovranno rivolgere alla Centrale Rischi pubblica gestita dalla Società Interbancaria per l'Automazione (SIA), sotto la vigilanza della Banca d'Italia. Infine, per i finanziamenti inferiori a 30mila euro le banche si potranno rivolgere a Centrali Rischi private.

Inoltre, sempre secondo il codice deontologico, le Centrali Rischi private non possono conservare i dati dei cattivi pagatori per più di tre anni. Le legge stabilisce poi che le banche, prima di segnalare alla Centrale Rischi il nominativo di un cattivo pagatore, devono dare un preavviso di 15 giorni al cliente per consentigli di regolarizzare la propria posizione. Solo allo scadere dei 15 giorni la banca potrà segnalare il cliente alle Centrali Rischi.

Tra le Centrali Rischi più conosciute possiamo citare il CRIF: è il principale gestore del Sistema di Informazioni Creditizie e ha un archivio informatico contenente i finanziamenti richiesti e erogati a provati e imprese.