Prestito personale: la decadenza del beneficio del termine

Interruzione del pagamento delle rate: come affrontare la comunicazione della decadenza del beneficio del termine.

Prestito personale: la decadenza del beneficio del termine

Complice la crisi attuale e i prezzi alti di molti beni di consumo, per tanti consumatori è possibile acquistare i beni più diffusi solo mediante l'accensione di un prestito. Si sottoscrivono finanziamenti anche per l'acquisto di beni di largo consumo come auto, mobili, elettrodomestici; finanziamenti che, nel corso del tempo, e prima di essere estinti, non sempre vengono integralmente rimborsati per motivi non imputabili al debitore: spesso per la perdita del posto di lavoro o a causa del sovraindebitamento, non si riesce ad pagare puntualmente l'importo delle rate dovute ritrovandosi così in difficoltà alle scadenze mensili prestabilite.

Con il verificarsi dell'insolvenza del debitore, l'istituto di credito che ha concesso il finanziamento richiede l'adempimento della prestazione - ovvero il pagamento di tutta la somma residua - in un'unica soluzione: richiesta che, quasi nella totalità dei casi, si rivela impossibile da soddisfare.

La richiesta avviene con l'invio di una raccomandata contenente la c.d. decadenza del beneficio del termine (D.B.T.). Cosa può fare pertanto il debitore in tali casi? In presenza di particolari condizioni, si può avanzare una proposta di estinzione detta "a saldo e stralcio". Vediamo meglio in cosa consiste e quando è conveniente proporla.

La DBT consente al creditore - in questo caso la finanziaria - di richiedere in un'unica soluzione il pagamento del debito residuo, decurtato degli interessi. Il debitore perde in tal modo la possibilità di restituire il finanziamento alle scadenze pattuite, con la conseguenza di ritrovarsi a dover rimborsare quanto dovuto entro il termine indicato. Tuttavia, chi ha sottoscritto un prestito, difficilmente avrà liquidità sufficiente a coprire il residuo. Pertanto, cosa è possibile fare in questi casi?

Il debitore a questo punto può contattare la finanziaria per riferire che per cause a lui non addebitabili si è ritrovato in una situazione di sovraindebitamento, tale da non poter adempiere regolarmente a quanto stabilito nel contratto di finanziamento: ad esempio se si è verificata la perdita del lavoro a causa di un licenziamento o per chiusura dell'azienda, è consigliabile comunicarlo all'istituto di credito. In tal modo, infatti, la finanziaria non avrà la possibilità di pignorare lo stipendio attraverso il pignoramento presso terzi.

Se, poi, vi sono le possibilità economiche, è anche possibile per il debitore avanzare una proposta a saldo e stralcio: ovvero un accordo transattivo tra creditore e debitore per chiudere definitivamente un finanziamento non pagato, offrendo solitamente una cifra inferiore rispetto al debito residuo. In tal modo si fa una sorta di "accordo" in considerazione delle sopravvenute difficoltà economiche che il debitore prevede perdureranno nel tempo, estinguendo così la propria posizione debitoria mediante il pagamento omnicomprensivo di capitale, interessi e spese per un importo minore.