Prestiti, gli italiani li restituiscono in sei anni

Secondo i dati dell'Osservatorio SuperMoney i prestiti vengono estinti dagli italiani in meno di sei anni.

Prestiti, gli italiani li restituiscono in sei anni

Circa sei anni: questo il lasso di tempo entro cui gli italiani sarebbero in grado di restituire un prestito. È quanto rileva l'ultimo studio dell'Osservatorio SuperMoney, che ha analizzato le richieste per ottenere un finanziamento inoltrate al portale da marzo a settembre 2013.

Nel periodo considerato, gli italiani oggetto dello studio hanno dichiarato che sarebbero in grado di restituire il finanziamento richiesto in media in 71,20 mesi. Da marzo a settembre, il periodo entro cui i consumatori pensano di poter saldare il proprio debito si è progressivamente ridotto, passando dai 72,87 mesi iniziali ai 70,49 mesi di settembre. Un dato positivo, che fa sperare in un lieve aumento dell'ottimismo delle famiglie riguardo il loro futuro.

"La definizione della durata del prestito è un elemento da tenere in massima considerazione al momento della richiesta, per non rischiare di cadere nel sovra-indebitamento - spiega Andrea Manfredi, Amministratore Delegato di SuperMoney - C'è da sperare che i consumatori abbiano fatto bene i loro conti, soprattutto in considerazione dell'aumento dell'importo richiesto nell'ultimo mese".

La differenza tra una regione italiana e l'altra nella durata del finanziamento, però, si fa sentire: se in Lombardia si stima che ci vorranno 68,61 mesi per estinguere un prestito, in Sardegna si va addirittura di 4 mesi sopra la media nazionale, con 76 mesi di durata media.

A quanto ammonta invece la cifra richiesta in prestito dagli italiani? In base al campione analizzato, l'importo è in media di 17.324,25 euro, con un trend che è calato da marzo fino ad agosto e tornato invece a crescere a settembre, mese nel quale la cifra media richiesta è arrivata a 18.316,70 euro.

"Sicuramente - conclude Manfredi - le spese per il rientro a scuola e gli incentivi fiscali concessi fino a dicembre per la riqualificazione energetica hanno influito nella scelta dell'importo finanziato. Da un lato è un bene: le famiglie forse si sentono più sicure rispetto a qualche mese fa e accettano l'idea di poter sostenere un debito anche ingente. Meglio tuttavia non lasciarsi prendere la mano".