Disoccupazione giovanile: venerdì 14 giugno vertice dell'Eurozona

I ministri di Italia, Francia, Spagna e Germania a confronto sul tema del lavoro per le nuove generazioni.

Disoccupazione giovanile: venerdì 14 giugno vertice dell'Eurozona

La disoccupazione giovanile sta assumendo proporzioni preoccupanti non solo in Italia, ma si sta diffondendo a macchia d'olio anche nei paesi europei limitrofi. Occorre quindi mettere subito mano al problema, trovando soluzioni in grado di attenuare una piaga ormai dilagante. Questo lo stimolo che ha spinto il governo Letta ad organizzare, per il 14 giugno prossimo, un incontro tra i ministri dell'economia e del lavoro di Italia, Spagna, Germania e Francia in un vertice che avrà l'obiettivo di aprire un confronto sul problema della disoccupazione e, in particolar modo, quella giovanile.

Per ora infatti le previsioni future per i giovani rimangono grigie. Difficile ottenere un posto di lavoro e anche una volta assunti si è legati a condizioni precarie con bassi stipendi. Mettersi in proprio, poi, è un'utopia vista la scarsa propensione degli istituti di credito a concedere prestiti.

Il vertice tra i leader europei sarà aperto da una colazione con il presidente del Consiglio Enrico Letta, poi saranno i ministri dell'eurozona a sedersi attorno ad un tavolo e ad avviare un lavoro che sarà propedeutico anche alla riunione interministeriale del G20 che si terrà a Mosca nel prossimo mese di luglio. L'incontro che si terrà nella capitale il 14 giugno è stato proposto dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Enrico Giovannini e vedrà la partecipazione dei ministri Saccomanni, Sapin, Moscovici, Layen, Wolfgang, Shauble, Jurado e Garcia.

Le ultime statistiche fanno emergere che in Italia 4 giovani su 10 risultano disoccupati, si tratta di una percentuale altissima, ma alcuni studiosi non sono d'accordo su questo dato perché, dicono, nel calderone bisogna mettere solo quei giovani che sono realmente in cerca di lavoro. Ci sono tanti ragazzi che, per un motivo o per un altro, non ricercano attivamente un posto occupazionale e c'è anche chi una occupazione ce l'ha, ma lavora in nero. E' bene insomma che ognuno faccia la propria parte.