Abi: prestiti a famiglie e imprese ancora in calo

Abi, prestiti in calo dello 0,23%. Salgono, invece, a livelli record le sofferenze bancarie: + 15,2 miliardi rispetto al 2011.

Abi: prestiti a famiglie e imprese ancora in calo

Ancora fermi i prestiti bancari che, alla fine di agosto, hanno registrato una contrazione annua dello 0,23%. Lo rivela l'Abi (Associazione bancaria italiana) nell'Abi monthly outlook , dove chiarisce che la dinamica negativa è direttamente influenzata dalla forte contrazione degli investimenti. Nel corso del secondo trimestre del 2012, infatti, si è registrata tra le imprese una significativa riduzione della richiesta di finanziamenti legati agli investimenti.

Nello specifico i prestiti alle famiglie e a società non finanziarie ammontano, ad agosto 2012, a circa 1.484 miliardi di euro, l'1,9% in meno rispetto allo scorso anno. Ad essere maggiormente colpiti sono i prestiti a breve termine (fino a 1 anno), scesi del 3,8% rispetto a luglio 2012. Resistono, invece, quelli a medio e lungo termine che hanno subito una variazione negativa più lieve (-1,3%). Per quanto riguarda le imprese, invece, a fine luglio, i finanziamenti hanno subito una flessione complessiva dell'1,8% (-2,2% il mese precedente; +5,2% un anno prima).

In lieve flessione i tassi sui prestiti. Il tasso medio stimato sul totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie è pari al 3,88%, 3 punti al di sotto del valore del mese precedente e 19 al di sopra di quello registrato ad agosto 2011. Diminuiscono lievemente anche i tassi praticati sulle nuove operazioni a famiglie e imprese.

L'altro dato, forse il più negativo reso noto dall'Abi, riguarda la crescita delle sofferenze bancarie che a fine luglio hanno raggiunto quota 114 miliardi. Si tratta di un 1 miliardo in più rispetto a giugno e 15,2 miliardi in più rispetto a luglio 2011, con un incremento annuo di circa il 15,4%. In rapporto agli impieghi le sofferenze risultano pari al 5,7% a luglio 2012 , contro il 5% dell'anno precedente. Intanto ad agosto è cresciuta lievemente la raccolta dalla clientela delle banche italiane, soprattutto nel settore depositi. Ancora in contrazione, invece, la dinamica della provvista dall'estero.