Credito: finanziamenti con il "contagocce" per imprese e famiglie

Il presidente di Confindustria Sangalli ha affermato che le banche erogano credito con il contagocce. C'è bisogno di tornare a credere in "un'Italia produttiva"

Credito: finanziamenti con il "contagocce" per imprese e famiglie

"Italia più povera" e alle imprese "credito con il contagocce" da parte delle banche. Queste sono stati i concetti chiave che hanno guidato il discorso del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli in occasione della relazione dell'assemblea annuale. Sangalli ha confermato, quindi, la situazione critica delle famiglie, con i consumi procapite tornati ai livelli del 1998 e, allo stesso tempo, l'esistenza del "famigerato" credit crunch per le aziende nazionali.

Sangalli ha descritto una situazione dai tratti allarmanti. Con un Pil procapite che ha fatto un balzo indietro a quello di 15 anni fa e un conseguente crollo dei consumi per le famiglie italiane, Sangalli ha parlato di "effetti recessivi pesanti" e di una recessione che "riduce la domanda di credito delle imprese e spinge il sistema bancario ad irrigidire l'accesso al credito per contenere i rischi".

Per il presidente di Confcommercio, a pesare notevolmente sulla condizione del Paese c'è in particolare l'impatto delle manovre correttive finanza pubblica, rafforzate dalla manovra Salva-Italia". Sangalli ha inoltre affermato che in questo già difficile contesto l'ulteriore aumento delle aliquote Iva "sarebbe una Caporetto" sia per imprese che per le famiglie.

Secondo Sangalli, in una situazione che vede erogare prestiti "con il contagocce", gocce "insufficienti a bagnare il terreno della crescita, divenuto troppo arido", è necessario "spingere con forza il pedale della collaborazione tra banche e imprese", anche se "moltissimo dipende dalla normalizzazione dei mercati e dal miglioramento della congiuntura".

Sangalli, infine, ha aggiunto: "Il tempo stringe. Se non si rimettono in moto crescita e occupazione, la medicina del rigore diviene insostenibile", per cui occorre una ripresa immediata dell'occupazione e una riapertura dei rubinetti delle banche nei confronti di imprese e privati, perché è necessario credere in "un'Italia produttiva che non accetta la dittatura dello spread e che non crede nell'ineluttabilità del declino del nostro Paese e dell'Europa".