Governo Monti, sì alle commissioni sul credito

Oggi passerà al Senato il nuovo decreto legge del Governo Monti che, di fatto, annulla in parte l'emendamento sulle commissioni bancarie, previsto dal Salva-Ita

Governo Monti, sì alle commissioni sul credito

La possibilità, annoverata in un primo momento nel decreto liberalizzazioni, di annullare le commissioni bancarie sulle linee di credito è definitivamente sfumata. La querelle che ha visto la scorsa settimana confrontarsi Governo e Abi (Associazione Banche Italiane) è giunta al termine. Il premier Monti, infatti, e il suo Consiglio dei Ministri, hanno provveduto a emettere un ulteriore decreto legge che, di fatto, scavalca e spodesta l'emendamento compreso nella Manovra.

Il dl approvato nella giornata di ieri dall'esecutivo, si asterrà dal toccare solamente le clausole della Manovra riguardanti la violazione delle regole sulla trasparenza stabilite dal Cicr (Comitato interministeriale per il credito e il risparmio). Per le forme di credito, quindi, tutti i punti che prevedono l'azzeramento delle commissioni nei confronti delle banche vengono annullati. Sussiste ancora, però, un tetto massimo di tali oneri a carico dell'utente pari allo 0,5%.

Nella giornata odierna, il testo del nuovo decreto legge del Governo Monti sarà in Gazzetta Ufficiale e toccherà al Senato, probabilmente nel pomeriggio, convertirlo in legge. Un mossa, quindi, che si attiva contestualmente all'entrata in vigore del decreto liberalizzazioni. Il mondo delle banche si dice soddisfatto, dopo una notevole pressione esercitata sul Governo attraverso le dure opposizioni dei vertici dell'Abi atte a far annullare l'emendamento che, a detta degli istituti, avrebbe causato un danno al sistema bancario pari a 10 miliardi di euro.

Nel nuovo decreto legge l'esecutivo presieduto da Mario Monti ha accolto anche un ordine del giorno, presentato la scorsa settimana in Parlamento: sarà istituito presso il ministero dell'Economia e delle Finanze, l'Osservatorio per l'erogazione del credito alle imprese. La peculiarità di questo nuovo strumento governativo sta nel poter chiedere alla Banca d'Italia, all'Abi e ai singoli istituti, le informazioni relative alle concessioni di credito e potrà intervenire sulle criticità che si presentano nel procedimento di concessione dei finanziamenti, con l'obiettivo di "sbloccare" eventuali situazioni stagnanti a favore di flusso più continuo del prestito.

Sono in molti coloro che guardano a questo decreto come a una marcia indietro, una ritrattazione governativa o, se preferiamo, una genuflessione dell'esecutivo nei confronti del potere bancario. Qualcosa, comunque, si è fatto, ora non resta che aspettare se, in concreto, tutto ciò si tradurrà in un circolo più fluido del credito, in una boccata d'ossigeno per i privati e le piccole e medie imprese.